venerdì 5 gennaio 2018

I BORGHI DEL GUSTO LUNGO LE STRADE FERRATE : La Ferrovia Susegana-Montebelluna




La ferrovia Montebelluna-Susegana era una linea ferroviaria italiana a doppio binario non elettrificata. Fu costruita ex novo per la sola sezione tra Montebelluna e il Bivio Piave posto sulla Mestre-Udine, in quanto la tratta tra questa località ferroviaria e la stazione di Susegana, avente lo scopo di attraversare il Piave, era in comune con quest'ultima linea.
I servizi ferroviari locali erano invece svolti tra Montebelluna e Conegliano.

Prodromi

Questa ferrovia fu concepita in un periodo di grande fervore ferroviario nel nord-est del paese, come itinerario alternativo al passaggio per il trafficato nodo di Treviso dei treni provenienti dal sud e dal nord ovest dell'Italia e diretti verso il confine est dell'allora Regno. Fu caldeggiata in questo senso anche dal Ministero della Guerra attraverso le alte gerarchie militari come importante linea verso il confine orientale e delle cosiddetta "terre irredente". Si inseriva quindi in un generale clima di costruzione di infrastrutture che coinvolse il Veneto (oltre al Friuli) nelle fasi precedenti alla Prima guerra mondiale, periodo nel quale furono costruite o completate numerose linee, come la Spilimbergo-Gemona, la Motta-San Vito, la Motta-Portogruaro, la Udine-Majano e la Belluno-Calalzo.
In particolare con regio decreto 1º novembre 1914, n. 1241 venne autorizzata la costruzione delle seguenti ferrovie a cura diretta dello Stato (quindi di rilevante importanza nazionale): Montebelluna-Susegana, Udine-Maiano e Sacile-Aviano.
L'itinerario che i treni provenienti dal Nord-Ovest avrebbero sfruttato era quello passante per Vicenza, Castelfranco e Montebelluna, mentre nelle intenzioni dei progettisti l'itinerario da sud prevedeva l'innesto dalla stazione di Padova Campo Marte, lo scavalcamento della Milano – Venezia e il proseguimento verso Camposampiero e Castelfranco.
A questo scopo, risultando la stazione di Montebelluna di testa rispetto alla "traversata" Castelfranco – Bivio Piave – Susegana, fu progettato e costruito un complesso sistema di raccordi diretti tra la linea proveniente da sud-ovest e la nuova ferrovia. La linea fu realizzata adottando i fabbricati in stile unificato delle Ferrovie dello Stato con la particolarità che pur essendo stata progettata e costruita a doppio binario i caselli sono del tipo ridotto.
La progettazione della ferrovia ostacolò, di fatto, i progetti di espansione della tranviaria che la Società Veneta stava sviluppando nella zona con l'apertura, avvenuta nel 1913, delle tranvie Montebelluna-Valdobbiadene e Montebelluna-Asolo, la seconda delle quali avrebbe dovuto rappresentare il tronco intermedio di un auspicato collegamento fra Bassano del Grappa e Ponte della Priula, rispetto al quale la nuova arteria si poneva in diretta concorrenza.

Apertura ed esercizio durante la prima guerra mondiale

Fu attivata il 25 maggio 1916 durante il conflitto, con la maggior parte degli edifici ancora in legno. Grazie al raddoppio coevo delle tratte Padova-Castelfranco, Vicenza – Castelfranco e Castelfranco – Montebelluna Bivi, la linea cominciò in modo proficuo ad essere sfruttata per il motivo sostanziale per il quale era stata costruita. Con lo sfondamento austro-tedesco di Caporetto fu presto coinvolta dagli eventi bellici e danneggiata gravemente.
Gli estesi rilevati delle curve di Nervesa, così come il corrispondente sulla Mestre-Udine tra Spresiano e il Piave, furono proficuamente utilizzati dall'Esercito Italiano impegnato a sottrarsi dal tiro nemico. Lungo la Pontebbana, che costeggia la ferrovia, sono ancora pressoché intatti e visitabili molti dei bunker costruiti in quel tempo. Dopo la Battaglia di Caporetto, la linea funse da confine tra la terra rimasta italiana e la terra occupata dalle forze degli Imperi centrali le quali erano riuscite a superare il Piave in più punti, senza però mai riuscire ad attestarsi stabilmente oltre la ferrovia.
La linea fu ricostruita dopo la guerra e riaperta nel 1920.

Declino e chiusura

Durante il secondo conflitto (entro il 1941), le esigenze militari imposero di asportare il binario pari di questa linea (insieme alle tratta Camposampiero-Bivio San Gaetano-Bivio Feltrina) al fine di consentire il completamento dell'importante ferrovia Treviso-Ostiglia. Dopo il secondo conflitto il traffico decadde e presto la linea venne privata in gran parte del traffico merci che ne aveva favorito la costruzione. Divenuta una ferrovia secondaria fu coinvolta nella crisi del sistema dei trasporti ferroviari degli anni sessanta. Nel 1964 ad esempio si contavano solo due coppie di treni locali tra Montebelluna e Conegliano e infatti nel 1966 la linea fu soppressa insieme a molte altre ferrovie. Nonostante la chiusura della linea ferroviaria, negli anni settanta le ferrovie dello Stato organizzavano ancora, tra Montebelluna e Conegliano, dei servizi di trasporto sostitutivi.
La linea rimase in attività, come raccordo, fino a Giavera del Montello al servizio di un deposito militare e fu pertanto percorsa da sporadiche tradotte. Perso anche questo traffico, la linea fu successivamente riattivata per i primi chilometri da Bivio Piave (rinominato nel frattempo raccordo Giavera) verso Nervesa, al servizio di una industria locale confinante con essa che la utilizzava come raccordo per il trasporto dei propri materiali. Va tuttavia ricordato che per servire questo raccordo venne riarmato l'ex binario pari della linea, mentre quello propriamente appartenente alla Montebelluna-Susegana (ex dispari) rimase armato con l'armamento originale e interrotto presso l'ex bivio Piave. Divenne successivamente a suo malgrado famosa perché venne minata in alcuni punti per eseguire delle perizie ordinate dalla magistratura.
La ferrovia è stata ufficialmente soppressa con il decreto del presidente della Repubblica 18 aprile 1984, n. 140.
La linea si staccava dalla radice sud-est della stazione di Montebelluna e con una grande curva si portava in direzione est.
Dopo essersi innestata al Bivio Feltrina nel sistema dei raccordi provenienti da Castelfranco Veneto, la ferrovia correva alle falde del Montello parallela e a sud della strada provinciale 248 Schiavonesca.
Dopo aver toccato le stazioni di Volpago del Montello, Giavera del Montello e Nervesa della Battaglia con due grandi curve in rilevato, di cui una curva e una controcurva, si portava verso sud, per innestarsi verso est in direzione di Udine nella linea proveniente da Mestre, dopo aver scavalcato la strada statale 13 Pontebbana.

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