Un percorso nel cuore dell’Appennino
Tosco-Emiliano, che unisce Bologna e Firenze ricalcando l’antica Flaminia
Militare da scoprire a piedi, in bici o a cavallo. La Via degli Dei è uno degli
itinerari inseriti nell’Atlante digitale dei cammini d’Italia del MIBACT
C’è anche la Via degli
Dei tra gli oltre 40 cammini raccolti nell’Atlante digitale dei Cammini
d’Italia, progetto del ministero dei Beni e delle attività culturali e online
su www.camminiditalia.it. Una mappa che mette in
rete e valorizza il patrimonio naturale, culturale, storico, artistico,
religioso ed enogastronomico e che incentiva il turismo lento e sostenibile.
La Via degli Dei
ha in sé tutta questa ricchezza e risponde ai criteri indicati dagli
standard internazionali necessari per essere inseriti nel portale del MIBACT.
Si tratta di un percorso di circa 130 km ideato alla fine degli anni ’80 del
‘900 da un gruppo di escursionisti bolognesi, che ricalca antichi camminamenti
– la Flaminia Militare – che collega le città di Bologna e Firenze ed è una
delle attrattive turistiche della zona per appassionati di trekking ed
escursionismo.
Sul crinale tra Setta e
Savena, gli Etruschi percorsero per almeno 4 secoli (VII-IV
sec. a.C.) un’antica strada che congiungeva Fiesole con Felsina, al fine di
sviluppare i loro traffici e favorire il loro dominio sulla Pianura Padana. Poi
i Romani, avendo fondato nel 189 a.C. la colonia di Bononia sui
resti dell’antica Felsina, sentirono la necessità di garantire un collegamento
con Arezzo e Roma attraverso gli Appennini: sul precedente tracciato etrusco
costruirono nel 187 a.C. con il console Caio Flaminio una vera e propria strada
romana transappenninica denominata Flaminia Militare. Anche
nel Medioevo non si perse l’abitudine di percorrere a piedi o
a cavallo questo antico percorso, il più agevole che permettesse di
attraversare questo tratto di Appennino. Tuttavia, al lastricato romano caduto
presto in disuso e sommerso dalla vegetazione, si sostituì un semplice
sentiero, una stretta mulattiera senza pavimentazione, utilizzata dai
viandanti che avessero necessità di percorrere questo cammino.
Oggi il sentiero
denominato Via degli Dei ricalca
prevalentemente questi antichi tracciati e, tra Monte Bastione e Monte di Fo’,
passa accanto ad alcuni pregevoli basolati della strada romana, ora
riscoperti. Il nome del percorso è ispirato alle località che
attraversa come Monte Adone, Monzuno (Mons Iovis, monte di
Giove), Monte Venere, Monte Luario (Lua era la dea
romana dell’espiazione).
Negli ultimi anni c’è
stata una vera e propria riscoperta di questo percorso,
diventato una delle principali attrattive turistiche dell’Appennino:
numerosi amanti del trekking e della mountain bike ripercorrono
questo pezzo di storia gustando a pieno la bellezza incontaminata di questi
luoghi.
L’intera traversata da
Bologna a Firenze – che non presenta grandi difficoltà - si può compiere in
quattro/sei giorni o più a piedi (a seconda dell’allenamento e dell’abilità del
camminatore), oppure in due/tre giorni o più in bicicletta.
È comunque possibile
percorrere anche solo alcune tratte della Via degli Dei, per lasciare libertà a
tutti i camminatori di costruire un proprio percorso personalizzato.
Si parte da Bologna,
si passa da San Luca, si scende dal Sentiero dei Bregoli (Casalecchio di
Reno) e, percorrendo il Reno, si arriva a Sasso Marconi, incontrando
luoghi che nascondono veri e propri tesori come l’acquedotto romano, l’oasi di
San Gherardo, il Ponte di Vizzano tra gli altri. Si continua sino all’area
protetta del Contrafforte Pliocenico con i suoi fossili e la sua particolare
vegetazione e poi verso Monzuno e Madonna dei Fornelli. Lungo il cammino
si attraversano molteplici tratti della strada romana Flaminia Militare
e si può visitare il più grande cimitero tedesco in Italia (con 30.000 salme)
collocato a metà della Linea Gotica. Subito dopo il Passo della Futa, siamo ormai in Toscana, comincia il tratto più faticoso
della Via degli Dei, ma con una ricchezza naturalistica e storica eccezionale: si alternano immensi prati verdi a boschi diversi
l’uno dall’altro popolati da castagni secolari. Oltrepassato il confine con la
Toscana, infatti, sono numerosi i punti di interesse sulla lunga strada che
porta a Firenze come, a Firenzuola, il Museo Storico Etnografico di Bruscoli
o l’area naturale protetta L’oasi del Belvedere abitata da diverse specie
faunistiche tra cui il muflone fino al Museo
della pietra serena che custodisce la tradizione scalpellina, pietra che qui
viene estratta e lavorata, ma che è utilizzata in tutto il mondo. A Scarperia
c’è la Pieve di Sant’Agata, il più insigne edificio di culto del Mugello
con i suoi musei di arte sacra e di arte contadina, come se le due attrazioni
andassero in parallelo e il convento Bosco ai Frati, uno dei più antichi della
regione. Lasciati questi luoghi si giunge a San Piero a Sieve sede di
alcune costruzioni medicee come il Castello del Trebbio (Patrimonio Unesco),
amato da Lorenzo il Magnifico e abitato persino da Amerigo Vespucci, la
fortezza di San Martino e la Pieve di San Pietro; a Vaglia il convento di Monte
Senario e a Borgo San Lorenzo la Badia del Buon Sollazzo. Infine l’arrivo a Fiesole,
con il suo teatro romano e la sua acropoli, ultima tappa prima di arrivare alla
rinascimentale Firenze.
In questi mesi Confcommercio Firenze sta lavorando ad
un progetto di valorizzazione del tratto
toscano del sentiero con il contributo della Camera di Commercio e in
partenariato con la Fondazione Romualdo
Del Bianco – Life Beyond Tourism www.lifebeyondtourism.org, fondazione che
da anni è presente a livello internazionale sulle tematiche del turismo e della
sua sostenibilità, in particolare auspica un turismo che vada oltre un “mordi e
fuggi” di beni e consumi, considerando il viaggio e il viaggiatore occasioni
infinite di dialogo e di vera conoscenza reciproca.
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