sabato 22 ottobre 2016

Matelica, uno dei Borghi più Belli d'Italia, è il cuore delle Marche!


L’origine del nome Matelica è oscura e si perde nelle nebbie del tempo; in tutto il mondo non esiste nessun altro luogo o città con questo nome e rarissimi sono i nomi che terminano con la stessa desinenza. Il nome potrebbe essere di origine celtica e significare paese dei prati, dal celtico matten, prato. Ancora più azzardata è una supposta origine greca, essendo i greci stabilitisi nella vicina Ancona; dal greco matesis, studio, oppure, con più cognizione metelis, luogo di delizie.
Se si considera l’antico nome dialettale Matelga, allora potrebbe essere interessante la parola teleg, che in molte lingue antichissime, come quelle semitiche, significa neve, e dunque luogo coperto di neve. Si potrebbe far risalire l’origine al latino, alla forma Mater Liquoris, madre delle acque, anche se nessun fiume nasce nel suo territorio, e soprattutto Plinio il Vecchio chiama la città Matilica Matilicatis, e dunque il nome le era già stato assegnato.
Dopo i recenti studi promossi dalla Soprintendenza Archeologica delle Marche, si è potuto ricostruire alcuni aspetti dell'origine picena di Matelica. Sappiamo con certezza che, nel comprensorio della città, le prime tracce d’insediamento umano risalgono alla preistoria. Soltanto nell’età del ferro, VIII secolo a.c., si hanno notizie più precise, in questo periodo si sviluppa anche la civiltà picena, ma un centro abitato con caratteristiche di tipo urbano non si è ancora sviluppato. La città vera e propria sorge soltanto con la nascita del Municipium, I secolo d.c. La città occupava allora, quasi per intero, la superficie dell’attuale centro storico.
Non conosciamo molto dell’epoca medioevale. Uno dei più importanti storici matelicesi, Camillo Acquacotta, è riuscito a ricostruire alcuni episodi che vanno dalla guerra gotica alla nascita del Comune. Il Comune s’affermò intorno al 1150, quando i matelicesi riuscirono ad affrancarsi dal Conte Ottone, l’antico feudatario di nomina imperiale. Nel 1394 gli Ottoni ripresero il potere, ottenendo dal pontefice il vicariato sulla città e lo manterranno fino al 1578. La Signoria modificò radicalmente l’urbanistica della città: furono realizzati magnifici edifici rinascimentali e furono favorite le attività industriali: nel 1500 erano presenti più di centododici lanifici. Nel 1640 gli Ottoni non ottennero più il vicariato e Matelica tornò al diretto dominio pontificio e fu governata da un Governatore di nomina papale.
Il centro continuò ad arricchirsi di nuovi e più grandi edifici religiosi e civili. Con l’annessione al Regno d’Italia, la latente crisi economica si manifestò apertamente. L’industria dei panni lana si dissolse quasi completamente; restarono attive alcune piccole concerie. Soltanto nel secolo appena concluso l’economia è ritornata ad espandersi. Nell’immediato dopoguerra sono stati aperti nuovi opifici industriali e qualche anno dopo, grazie anche alla presenza di Enrico Mattei, sono nate importanti industrie di confezioni e calzaturiere. Di questa nuova ricchezza ne ha giovato anche l’agricoltura che si è specializzata nella viticoltura e nell’allevamento.

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